E’ nata in questi giorni l’ennesima versione del cosiddetto testo unico sul pubblico impiego. E’ un modo di procedere ben singolare quello del nostro legislatore, che innesta e reinnesta sul tronco di una riforma (il d.lgs 165/2001) nata in un preciso contesto e con ben definiti obiettivi, prima modifiche apparentemente parziali ma in realtà assolutamente stravolgenti (con la cosiddetta riforma “Brunetta”), e , oggi, ulteriori torsioni a metà tra il continuismo e la (mezza) svolta. In questo scenario così particolare e per certi aspetti estenuante, vede la luce un volume interessante e corposo, curato da due studiosi (Carlo Dell’Aringa e Beppe Della Rocca) che sono sicuramente tra i più autorevoli cultori della materia, e la cui competenza non solo teorica autorizza a sperare che leggendone le pagine si finisca per capirne(almeno) qualcosa di più. Già il titolo del libro (“Lavoro pubblico fuori dal Tunnel? ed. il Mulino) è enigmatico e intrigante. Di quale tunnel stiamo parlando? E chi ce l’ha infilato, dentro al tunnel, il lavoro pubblico? E cosa autorizza a ritenere che i bagliori che si intravedono là in fondo siano davvero le luci del varco d’uscita, e non l’ennesima illusione ottica?
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Autore: Mario Ricciardi