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Care/i

            come sapete il prossimo 25 Novembre ricorre la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, un’occasione per tutte/i noi per riaffermare, innanzitutto, il bisogno di riportare al centro del dibattito politico e culturale il tema della violenza di genere e dei diritti che quella violenza, non solo fisica, viola, lede drammaticamente.

            Ma per il ruolo che tutte/i collettivamente esercitiamo è anche il momento nel quale provare insieme a rafforzare una profonda riflessione culturale, sindacale e politica, anche su ciò che attiene il tema dei servizi pubblici ai quali le donne colpite dalla violenza si rivolgono per chiedere aiuto, per ottenere protezione, per riconquistare la propria libertà.

            Un tema, questo, che deve interrogare, innanzitutto coloro i quali, governando malamente questo paese per oltre un decennio, hanno prodotto quel profondo indebolimento strutturale, organizzativo, finanziario di quei servizi alla persona, che è sotto gli occhi di tutti: difficoltà che si rendono oltremodo evidenti quando si tratta di garantire prestazioni e principi di accoglienza adeguati alla gravità e alla eccezionalità della situazione “italiana”.

            Deve, però, saper interrogare anche noi, le nostre modalità di lavoro, di relazione con le responsabilità politiche ed istituzionali dell’intero sistema dei servizi, le nostre capacità di incidere, pur in questo drammatico quadro di difficoltà, per migliorare la qualità del lavoro, dell’offerta e della organizzazione di quelle strutture tipicamente deputate alla trattazione del tema delle discriminazioni di genere e della violenza.           

            La giornata del 25 prossimo, quindi, deve caratterizzarsi, nelle nostre categorie, per un chiaro impegno a fare dei nostri servizi alla persona, dai pronto soccorso ai consultori, i veri protagonisti di un cambiamento culturale e sociale rispetto alle discriminazioni ed alle violenze di genere.

            Ma per fare ciò dobbiamo essere in grado di dare un segnale forte di cambiamento in questa direzione: giudichiamo necessario, innanzitutto, il coinvolgimento di tutte le nostre lavoratrici e lavoratori dei posti di lavoro, le nostre RSU e la messa in campo di iniziative sindacali unitarie (assemblee, confronti, dibattiti, volantinaggi, fermate simboliche sul posto di lavoro e altro) che provino a parlare del tema delle violenza di genere dalla prospettiva del lavoro pubblico: accoglienza, formazione, servizi e prevenzione debbono essere le nostre “declinazioni”, gli obiettivi che ci prefiggiamo.

            Questa è una giornata “simbolo” e proprio per questo va valorizzata e messa in chiaro il più possibile, consapevoli che il ruolo delle nostre categorie sul tema della violenza sulle donne è, purtroppo, più lungo e faticoso, ma non per questo, meno meritevole di un investimento culturale politico ed organizzativo che dobbiamo quotidianamente interpretare come “normalmente” straordinario.

            Un caro saluto.

Roma 21 Novembre 2013

Rossana Dettori                 Giovanni Faverin        Giovanni Torluccio       Benedetto Attili            

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