Il Commissario Cottarelli ha finalmente esposto nel dettaglio il suo piano per la riduzione della spesa pubblica.
Tra le varie cose illustrate quella che più ci preoccupa è l’annuncio di 85.000 esuberi tra i Pubblici Dipendenti.
Il dato è allarmante perché ancora una volta dimostra che Cottarelli così come gli altri prima di lui, intendono ancora una volta fare cassa sulla pelle dei cittadini e dei lavoratori Pubblici.
Appare di tutta evidenza che in un Pubblico Impiego già martoriato dal blocco contrattuale, dal blocco del salario di produttività, afflitto da un’età media tra le più alte d’Europa a causa dei limiti pesantissimi al turn-over (che adesso si vorrebbe bloccare del tutto), questa ulteriore riduzione di personale non potrà che avere effetti deleteri sulla qualità dei servizi pubblici erogati.
Nel triennio 2008-2011 i lavoratori pubblici sono diminuiti di 135.000 unità senza contare i tagli del Governo Monti, dal 2001 al 2011 in Italia i dipendenti pubblici sono calati del 4,7% mentre negli altri Paesi europei ((Regno Unito 9,5% e Belgio 12,8 in Francia del 5,1%, in Germania del 2,5%, nei Paesi Bassi del 3,1%).
Nel nostro Paese si contano 58 impiegati nella Pubblica amministrazione ogni mille abitanti, ai livelli della Germania (54), in Svezia sono 135.
Anziché investire risorse per un vero efficientamento della P.A., per farne un volano della ripresa economica, tagliando i mille sperperi che si perpetrano impunemente da anni, dalle consulenze d’oro agli appalti alle esternalizzazioni, ai mille e più consigli di amministrazione.
E valga il vero!
I costi della politica, diretti e indiretti, ammontano a circa 23,2 miliardi di euro, tra funzionamento di organi istituzionali, società pubbliche, consulenze e costi (per mancati risparmi) derivanti dalla “sovrabbondanza” del sistema istituzionale.
Nel dettaglio, per il funzionamento degli Organi Istituzionali (Stato Centrale e Autonomie Territoriali), nel 2013 si sono spesi oltre 6,1 miliardi di euro, in diminuzione del 4,6% rispetto all’anno precedente (293,3 milioni di euro in meno); per le consulenze 2,2 miliardi di euro e per il funzionamento degli organi delle società partecipate, 2,6 miliardi di euro; per altre spese (auto blu, personale di “fiducia politico”, Direzione ASL, ecc.) 5,2 miliardi di euro; per il sovrabbondante
sistema istituzionale 7,1 miliardi di euro.
Una somma pari a 757 euro medi annui per contribuente, che pesa l’1,5% sul PIL.
Sono oltre 1,1 milione le persone che vivono direttamente, o indirettamente, di politica, il 5% del totale degli occupati nel nostro Paese.
Un esercito al cui vertice ci sono oltre 144 mila tra Parlamentari, Ministri, Amministratori Locali di cui 1.041 Parlamentari nazionali ed europei, Ministri e Sottosegretari; 1.270 Presidenti, Assessori e Consiglieri regionali; 3.446 Presidenti, Assessori e Consiglieri provinciali; 138.834 Sindaci, Assessori e Consiglieri comunali.
A questi si aggiungono gli oltre 24 mila consiglieri di amministrazione delle società pubbliche; oltre 45 mila persone negli organi di controllo; 39 mila persone di supporto degli uffici politici (gabinetti degli organi esecutivi nazionali e locali, segreterie di Ministri, Sindaci, Presidenti di Regioni e Province, Assessorati ecc.). Inoltre, sono 324 mila le persone di apparato politico (“portaborse”, collaboratori gruppi parlamentari e consiliari, segreterie partiti, collegi elettorali ecc.) e 545 mila coloro che hanno contratti di consulenze e incarichi.
E ancora dobbiamo sentire la storia che sono da tagliare i dipendenti Pubblici??!!
Finora abbiamo assistito ad una serie di “manovre” che nulla hanno risolto o migliorato: si pensi alla revisione della geografia giudiziaria che nel vicentino ha comportato la chiusura del tribunale di Bassano e della sezione distaccata di Schio. E’ noto a tutti che l’effetto di questa decisione (oltre a lasciare sul terreno l’investimento fatto dal Comune di Bassano per il nuovo Palazzo di Giustizia) non ha per nulla migliorato i tempi della giustizia vicentina, anzi! I giudici Bassanesi se ne sono quasi tutti andati ed il carico di lavoro è caduto sulle spalle dei magistrati del capoluogo che già detengono uno dei più alti rapporti di numero di cause per magistrato. La conseguenza è stata (com’era ampiamente immaginabile) quella di vedere i tempi per ottenere una sentenza (financo una prima udienza a dire il vero) aumentare ancora di più.
Se questa è la spending review c’è da stare male. E sono i cittadini e le imprese, che inconsapevolmente, pagheranno i costi di ulteriori tagli alla pubblica amministrazione che senza uomini, senza risorse né mezzi, sarà inesorabilmente più inefficiente.
La UILPA ha sempre chiesto che i tagli fossero selettivi e finalizzati ad eliminare la spesa improduttiva del Paese, occorrono interventi mirati per eliminare gli sprechi, i costi ingiustificati derivanti dalle procedure distorte per l'acquisizione di beni e servizi, nonché gli sperperi dovuti alla duplicazione di funzioni, al mantenimento di organismi inutili, agli esborsi stellari per ingiustificate indennità e benefit ad alcuni manager pubblici.
Vicenza, lì 17 marzo 2014
Il Coordinatore Provinciale UIL-PA
Alessandro Sabino
Le fonti dei dati e dei numeri sopra riportati sono:
III Rapporto UIL sui costi della Politica (http://www.uil.it/documents/NEW_costipoliticade2013.pdf)
Rapporto Eurispes-UILPA “Dal Ritorno del Principe alla spending review”