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Egregio Presidente,

la riunione svoltasi in data 24 marzo 2014 presso la sede della Cri in via Toscana, n. 12 in Roma, tra la delegazione trattante di parte pubblica capeggiata dalla S.V. e i componenti delle delegazioni sindacali del settore in merito alla verifica dello stato di attuazione degli adempimenti di cui al d. lgs. 178/2012 e smi., come le è noto, non ha sortito alcun effetto positivo.

Infatti le delegazioni sindacali si sono dichiarate insoddisfatte per la unilaterale scelta annunciata da Lei, Sig. Presidente, con nota del 21 marzo 2014, di procedere all’applicazione del Contratto ANPAS dal 1° aprile 2014 e prima della definizione di tutti i provvedimenti attuativi del d.lgs. 178/2012 e smi, ovverosia:

‐ il decreto di natura non regolamentare previsto dal comma 3 dell’art. 1-bis che dovrà disciplinare le modalità organizzative e funzionali dell’Associazione CRI anche con riferimento alla sua base associativa privatizzata;
‐ il decreto del Presidente del Consiglio di Ministri, previsto dal comma 1 dell’art. 6 che dovrà stabilire i criteri e le modalità di equiparazione tra i livelli di inquadramento del personale civile della CRI e quelli del personale già appartenente al corpo militare della CRI e i contratti collettivi dei diversi comparti della pubblica amministrazione.

Nella stessa nota, inoltre, Lei si è dichiarato fornito di idoneo mandato ad opera dei Comitati locali e provinciali, i quali, a quanto ci risulta, non hanno posto in essere le necessarie preventive iniziative atte a fornire ai lavoratori, presunti destinatari del nuovo contratto, le doverose informazioni circa la scelta di dar corso all’applicazione del contratto ANPAS che andrebbe a modificare il trattamento normativo e retributivo acquisito da ciascun lavoratore, ponendo gli stessi nella impossibilità di esercitare il diritto di opzione e le altre scelte di cui all’articolato di legge.

In ogni caso, le scriventi OO.SS., in sede di incontro, hanno:

‐ avanzato la irrinunciabile richiesta di creazione di preventive norme di raccordo tra il CCNL EPNE e il CCNL ANPAS, sollecitando una proposta scritta da parte della delegazione trattante di parte pubblica, che garantiscano le tutele riconosciute ai lavoratori dall’ordinamento italiano e da quello europeo in tema di mantenimento del posto di lavoro e dei livelli retributivi e diritti previdenziali acquisisti;
‐ richiesto una mappatura di tutte le convenzioni con indicazione del termine di durata;
‐ richiesto la garanzia, nel caso dell’attivazione di nuove convenzioni, del mantenimento dell’attuale personale in servizio.

Tutte le suddette richieste sono state disattese, pertanto, le scriventi OO.SS. chiedono l’immediata riconvocazione dell’Organismo di cui all’art. 6, comma 5, al fine di riesaminare l’intera materia e le problematiche di diritto sostanziale conseguenti alla ventilata applicazione del nuovo CCNL.

Corre l’obbligo, infine, di formulare la riserva, ai fini della tutela dei lavoratori e dell’immagine del sindacato, di ogni possibile azione nelle sedi politiche ed in quelle giudiziarie al fine di impugnare ogni determinazione di parte datoriale, per vizi procedurali e di merito, sia a livello centrale che periferico e/o consentire ai lavoratori che ne hanno manifestato l’intenzione di ricorrere in autotutela alle competenti autorità per ottenere la revoca o la sospensione dei provvedimenti lesivi dei diritti e degli interessi di ciascuno.

Distinti saluti.

FP CGIL                               CISL FP                   UIL PA                       FIALP CISAL 
Salvatore Chiaramonte        Paolo Bonomo         Gerardo Romano      Davide Velardi 

N.B. Si attira l'attenzione sulla Interrogazione a risposta scritta (n. 4/01932, seduta n. 216 del 25 marzo 2014) sollevata dai Senatori Di Biagio – Romano (Gruppo Per l'Italia) e rivolta al Ministro della Salute il cui contenuto postula una ulteriore esigenza di sospendere e censurare, come da noi richiesto, ogni iniziativa anticipatoria.

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