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Il Segretario Generale aggiunto della UIL, Carmelo Barbagallo, ha annunciato la decisione del Sindacato confederale di disdettare il Protocollo del 2001, che regola le procedure di raffreddamento e conciliazione relative alle prestazioni indispensabili in caso di sciopero. La disdetta, relativa anche a tutti i successivi accordi firmati sulla base di quel Protocollo, è stata comunicata formalmente con lettera inviata all'Aran, l'agenzia governativa per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni.

"Il blocco dei contratti - ha dichiarato Barbagallo - è una decisione di arrogante signoria che trasforma oltre tre milioni di cittadini in sudditi: è inaccettabile. Se il Governo, dunque, non modifica la legge di stabilità, a partire dallo sblocco dei contratti nel pubblico impiego, se non mantiene le tutele per tutti i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato e non le allarga a chi non ne ha, se non dà un segno chiaro nella direzione degli investimenti e dello sviluppo per tutto il Paese, noi chiederemo a CGIL e CISL di avviare una lunga stagione di lotte unitarie che proseguirà fino a quando il Governo non avrà cambiato verso".

Il fermo retributivo, che si protrae orami dal 2009, ha determinato ripercussioni gravissime per i lavoratori pubblici. La proroga del blocco dei contratti pubblici, prevista nel disegno di legge di stabilità per il 2015 e le ulteriori disposizioni sull’indennità di vacanza contrattuale che lasciano presagire l’intenzione di reiterarlo fino a tutto il 2018, costituiscono un oltraggio per i lavoratori pubblici, il cui potere d’acquisto arriverà a registrare una perdita secca pari a circa il 50%. Una classe di 3,2 milioni di nuovi poveri. Non ci stiamo. Se lo Stato non rispetta gli accordi, neanche noi siamo tenuti a rispettarli.

La UILPA, come categoria del Pubblico impiego, è da sempre protagonista in questa importante vertenza sindacale.

Pronta la reazione del presidente dell'Autorità di Garanzia per gli scioperi, Roberto Alesse, il quale ha affermato che il mancato rispetto dell’accordo significherebbe “non rispettare gli utenti, danneggiandoli”.

Orbene, allora chiediamo al Governo tutto: tagliare risorse, dequalificare i servizi, diminuire le prestazioni, chiudere uffici sul territorio, smantellare la Pubblica Amministrazione, sono forse sinonimo di rispetto per i cittadini?

Le azioni annunciate dalla UIL hanno un solo scopo, quello di tutelare i cittadini, i pensionati ed i lavoratori e di preservarli dalle conseguenze di un Governo che fa scelte di politica economica miopi e inique. Il Paese è davanti ad un baratro. Il nostro unico, grande impegno, in questo momento, è quello di lottare con ogni mezzo per non caderci dentro!

20 ottobre 2014

Un cordiale saluto

Enrico Strati

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