NO ALLA CHIUSURA DELL’INAIL DI SCHIO
Nella proposta che la Direzione Generale dell’INAIL ha presentato alle OO.SS. in questi giorni, ritorna la previsione della soppressione della Sede INAIL di Schio.
Ancora una volta, in ossequio al d.l. 95/2012 (la c.d. “spending review”) si va nella direzione sbagliata che è quella del taglio lineare ed insensato di pezzi della P.A. che funzionano. La logica dei tagli lineari, sui quali recentemente il dibattito politico ha fatto autocritica, continua a produrre danni ai cittadini, unici a pagare i maggiori costi che questi “risparmi” determineranno.
L’aumento dei tempi necessari per raggiungere l’INAIL di Vicenza unito ai costi di trasporto ricadranno sulle spalle dei lavoratori/infortunati. Dopo la soppressione della sezione distaccata del Tribunale Schio rischia di perdere un altro pezzo di Pubblica Amministrazione!
Eppure l’INAIL di Schio non è un ufficio “inoperoso”.
La Sede ha un carico di lavoro di tutto rispetto, degno di sedi di livello “superiore”; si tratta di circa 5.389 casi di infortunio l’anno che la collocano al 44° posto sulle 217 Sedi sparse sul territorio Nazionale.
Copre un vasto bacino territoriale di utenza (la sola Schio ha 40.000 abitanti) e soprattutto insiste in una zona molto industrializzata (laniere, industrie farmaceutiche, calzaturiere, marmi e metallurgia pesante: quindi molti infortuni); inoltre ha competenza territoriale su molti Comuni anche montani (Posina, Sant’antonio del Pasubio, Recoaro Terme, Arsiero, Valli del Pasubio, Lastebasse etc.) da cui dista tra i 5 e i 35 km circa.
La ventilata chiusura, già preannunciata tempo fa, ha indotto il Comune di Schio, pur di mantenere l’INAIL in città (città che, giova ripeterlo, già perde la sezione distaccata del tribunale ed il giudice di pace) a concedere all’INAIL a titolo gratuito i locali dell’ex Ospedale civile. Mi risulta che siano prossimi (con fondi già stanziati dall’INAIL stesso) i lavori di cablaggio e di sistemazione per il trasloco nella nuova sede che dovrebbe avvenire a Novembre p.v.
Se chiudesse la Sede di Schio il primo danno sarebbe per l’utenza degli infortunati, che per definizione sono fascia debole, infatti proprio la tipologia industriale fa si che vi siano casi anche gravi di infortunio seguiti dall’ambulatorio di medicina legale e del lavoro che è esistente presso la Sede INAIL di Schio. Questi lavoratori dovrebbero necessariamente venire a Vicenza sobbarcandosi un viaggio anche di un’ora e mezzo. Infatti considerando i paesi montani sopra citati la distanza tra questi e la prima Sede INAIL raggiungibile -Vicenza- aumenta considerevolmente (ad esempio Vicenza- Recoaro 43km anziché i 30 per Schio, Vicenza-Posina 58 km anziché 30, Lastebasse 61 km anziché 40 etc…). Schio e Vicenza sono collegate da servizio di autobus e da una linea ferroviaria che però effettua poche corse e comunque parte solo da Schio; in ogni caso si avrebbero tempi di percorrenza lunghi. Inoltre la Sede di Vicenza è priva di parcheggio per l’utenza, ve n’è uno adiacente alla Sede INAIL di Vicenza ma a pagamento (circa 1.20 euro l’ora).
Su questi lavoratori graverebbe, quindi, anche l’aumento dei costi da sostenere per interagire con Per i motivi di cui sopra la UILPA di Vicenza intende combattere con ogni mezzo per evitare la chiusura soprattutto, adesso che si profila un risparmio in termini di spese di fitto che già di per sé può costituire un buon risultato aggiunto alla circostanza relativa al dimensionamento ed alla collocazione geografica della Sede stessa che, come detto, è ben più grande di molte sedi INAIL che invece non vengono toccate.