SARNO (UIL)
In relazione al messaggio inviato alle camere dal Presidente Giorgio Napolitano , il Segretario Generale della UILPA Penitenziari, Eugenio SARNO, chiudendo i lavori della Direzione Nazionale in corso ad Ostia ha così commentato “ L’annunciato messaggio alle Camere da parte del Presidente Napolitano sullo stato del sistema penitenziario non può non trovarci pienamente e convintamente concordi. Ancora una volta il Capo dello Stato ha fatto sentire la sua autorevole voce per richiamare l’attenzione sulla insostenibilità delle condizioni detentive e delle condizioni di lavoro all’interno delle nostre prigioni. Questa la volta la formalità del messaggio rende, se possibile, ancora più alto ed autorevole l’appello al Parlamento perché si adoperi a trovare le soluzioni possibili al grave sovraffollamento causa prima dell’indegnità , dell’inciviltà e dell’ ingiusta affllittività della pena . Ragioni per le quali la CEDU ha già più volte condannato l’Italia, diffidandola a rientrare nei parametri di sostenibilità entro il prossimo Maggio. Da anni, quali operatori delle frontiere penitenziarie, non abbiamo mai mancato, purtroppo invano, di lanciare appelli e di formulare denunce sulle reali condizioni in cui versa il nostro sistema carcere. Un sistema oberato da criticità strutturali e che paga, pesantemente, l’imperizia e la presunzione della classe politica. Da oltre vent’anni, infatti, il nostro sistema penitenziario sconta gli effetti una legiferazione sclerotica che ha prodotto detenzione, quando negli intenti proclamati si diceva di voler sfoltire le galere. Altro che norme svuota carceri. E se nell’immediato l’unico provvedimento che potrebbe consentire un nuovo strat-up è un provvedimento di indulto ed
amnistia, nel lungo periodo occorre intervenire con riforme strutturali prima su tutte una
autentica riforma della Giustizia. I dati parlano chiaro su ciò che il Capo dello Stato ha
definito una vergogna : oltre 24mila esuberi rispetto ai posti effettivamente disponibili; 7000
unità di polizia penitenziaria in meno rispetto al’organico decretato nel 2001 (quando i
detenuti erano 46mila); strutture degradate e degradanti causa la mancata manutenzione;
impossibilità di assicurare condizioni sanitarie accettabili. Sulla sostenibilità di queste indegne condizioni che connotano il nostro sistema penitenziario deve interrogarsi la classe politica, sempreché ne abbia capacità e voglia. Per quanto ci riguarda non ci fermeremo e continueremo a denunciare, anche correndo il rischio di essere messaggeri nel deserto dell’indifferenza, le vergognose situazioni delle nostre prigioni attraverso i nostri documentari fotografici ( Lo scatto dentro – www.polpenuil.it). E vogliamo dire forte e chiaro che se è giusto dare merito all’ Amministrazione Penitenziaria, guidata dal Presidente Tamburino, di aver fatto segnare negli ultimi mesi punti di svolta (come dimostrano alcuni dati significativi come il minor numero di suicidi) altrettanto forte e chiaro va detto che è grazie al diuturno impegno di tutto il personale che il sistema non è ancora definitivamente collassato. Però ci manca poco, davvero poco. E anche di questo auspichiamo la politica tenga conto”